Presentare ai giovani il mondo del lavoro, oggi così precario e mutevole, è un obiettivo che Casa Monteripido cerca di tenere presente nella sua proposta formativa. A tal fine, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico in corso, è stata invitata l’amica Marilù Anaclerio, esperta di orientamento di carriera, selezione e formazione professionale.

Fornire una panoramica del funzionamento del mercato del lavoro in Italia, illustrare le soft skills più richieste dalle aziende e mostrare quali di queste possono essere acquisire vivendo a Casa Monteripido, sono stati alcuni tra gli obiettivi che l’incontro, tenutosi tra il 27 e il 28 ottobre 2018, si prefiggeva.

Alcuni dati emersi dalla presentazione della prof. Anaclerio ci sembrano così importanti da doverli rendere noti, soprattutto a studenti della Casa e alle loro famiglie, agenzie educative che restano primarie nella formazione di un giovane universitario fuori sede.

Presentiamo innanzitutto alcuni dati (Fonti: Il Sole 24 ore, Istat, Eurostat, Ocse, Unioncamere).

Negli ultimi dieci anni si registra una crescita della disoccupazione giovanile: se nel 2007 il tasso di occupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni era del 24,2%, oggi è del 17,7%. Per la fascia 25-34 anni il tasso di occupazione è passato dal 70,4% al 60,8%.

I cambiamenti della domanda di lavoro hanno inciso profondamente sulle tipologie di lavoratori di cui le aziende sono in cerca: meno operai e più tecnici. A partire dal 2007 il numero di operai si è ridotto di oltre 1 milione di unità e soprattutto si sono ridotti gli operai in professioni tecniche e qualificate di circa 500mila unità. Nello stesso arco di tempo si è assistito alla crescita sia di personale non qualificato (480mila occupati), sia di lavoratori in professioni esecutive nel commercio e nei servizi.

La tecnologia sta cambiando il tipo di lavoro richiesto: circa il 10% dei posti di lavoro sono ad alto rischio di automazione. Il 34% sarebbe invece soggetto ad un profondo cambiamento delle mansioni, causando una forte trasformazione dello scenario del mondo del lavoro, che dovremo imparare a gestire e governare. Si prevede che, già nel medio termine, l’intelligenza artificiale, l’IOT (Internet of Things), la robotica e il cloud computing renderanno sempre più sinergico il rapporto uomo-macchina, creando dinamiche ed interconnessioni progressivamente più profonde.

L’85% dei lavori che si faranno nel 2030 non esistono ancora e per questo acquisiranno sempre più importanza le competenze trasversali, le potenzialità e l’approccio flessibile al cambiamento, prima ancora del know-how tecnico. 

Questi dati ci mostrano ancora una volta l’urgenza di adeguamento ad un’evoluzione tecnologica sempre più repentina e reale. Per chi non dovesse riuscire nell’impresa, il destino certo è quello di una progressiva estinzione. Ogni azienda deve mutarsi in una realtà digitale, ponendo attenzione a che tutte le persone coinvolte nel processo di trasformazione siano correttamente formate, così come le infrastrutture siano adeguate.

Competenze mancanti. La tecnologia e il basso ricambio generazionale dato dai trend demografici
rischiano di generare una scarsità di offerta di lavoro rispetto alla domanda di competenze che si genererà. Già oggi, secondo i dati di Unioncamere, circa il 25% delle posizioni ricercate dalle imprese è di difficile reperimento ed è recente l’allarme di Confindustria della mancanza di 280mila tecnici resi necessari dagli investimenti in tecnologia fatti grazie al piano Impresa 4.0.

Lauree più richieste. Seconda la Previsione, nel quinquennio 2018-2022 il fabbisogno di laureati da parte del sistema economico nazionale raggiungerà le 778 mila unità e sarà così suddiviso:

  • Il fabbisogno di laureati del settore economico-sociale rappresenteranno il 25% dell’intero fabbisogno e saranno così suddivisi: 151 mila del gruppo economico statistico e 40 mila di quello politico sociale.
  • Il fabbisogno di laureati nell’area umanistica sarà pari a 185 mila unità, il 24% del totale fabbisogno. Nell’area umanistica sono compresi diversi gruppi disciplinari, come: scienze motorie, insegnamento, letterario, linguistico, psicologico.
  • In terza posizione troviamo i laureati dell’area ingegneria-architettura che rappresentano il 18% del fabbisogno.
  • L’area medico sanitaria, anche questa con una quota del 18% si stima avrà un fabbisogno di laureati di 137 mila unità.
  • L’area scientifica rappresenta solo l’8% e comprende i laureati nel gruppo scientifico-matematico-fisico, chimico-farmaceutico e geo-biologico.
  • Ultimo gruppo, con un fabbisogno del 7%, i laureati dell’area giuridica.

Stando al rapporto Previsione dei Fabbisogni Occupazionali in Italia a medio termine (2018-2022), nella scelta dell’università è bene considerare anche il futuro. Ma mai dimenticare le proprie passioni, attitudini ed inclinazioni! Senza questo slancio viene meno tutto il resto…

Importanza delle soft skills. Si tratta di competenze trasversali che è necessario avere per affrontare con successo il mondo del lavoro e che, proprio per questo motivo, fanno tanto parlare gli insegnanti impegnati a preparare gli studenti al loro primo e vero sguardo sul lavoro.

  • Le soft skills di efficacia personale sviluppano doti come la creatività e l’equilibrio, fattori fondamentali in ambito lavorativo e necessarie per la risoluzione di problemi anche in caso di mansioni statiche.
  • Le competenze in ambito relazionale accrescono la capacità di lavorare in gruppo e di cooperare per il raggiungimento degli obiettivi. Tra queste, l’etica e la tolleranza permettono di gestire lo stress causato da relazioni disfunzionali e di adottare comportamenti adeguati a norme e valori condivisi. Un altro aspetto determinante è la capacità di prendere decisioni e di negoziare, che migliora grazie allo sviluppo di flessibilità, ascolto empatico e distacco razionale.
  • Le competenze orientate alla realizzazione di sé, invece, riguardano soprattutto la capacità di valutazione, da cui deriva la selezione, la corretta gestione e la valorizzazione delle informazioni.

Le soft skills più richieste (Fonte: Almalaurea – Consorzio Interuniversitario fondato nel 1994 a cui ad
oggi aderiscono 75 Atenei e che rappresenta il 91% dei laureati italiani).

  1. Autonomia. È la capacità di svolgere i compiti assegnati senza il bisogno di una costante supervisione facendo ricorso alle proprie risorse. (Per l’acquisizione o meno di questa competenza – la prima richiesta dalle aziende – giocano un ruolo centrale le famiglie. Ritenendo un bene alleggerire il peso della quotidianità ai propri figli, si tende a sostituirli in quelle operazioni che un adulto è chiamato a svolgere da sé, facendo ricorso alle proprie risorse, spesso inesplorate).
  2. Fiducia in se stessi. È la consapevolezza del proprio valore, delle proprie capacità e delle proprie idee al di là delle opinioni degli altri.
  3. Flessibilità/Adattabilità. Significa sapersi adattare a contesti lavorativi mutevoli, essere aperti alle novità e disponibili a collaborare con persone con punti di vista anche diversi dal proprio.
  4. Resistenza allo stress. È la capacità di reagire positivamente alla pressione lavorativa mantenendo il controllo, rimanendo focalizzati sulle priorità e di non trasferire su altri le proprie eventuali tensioni.
  5. Capacità di pianificare ed organizzare. È la capacità di realizzare idee, identificando obiettivi e priorità e, tenendo conto del tempo a disposizione, pianificarne il processo, organizzandone le risorse.
  6. Precisione/Attenzione ai dettagli. È l’attitudine ad essere accurati, diligenti ed attenti a ciò che si fa, curandone i particolari ed i dettagli verso il risultato finale.
  7. Apprendere in maniera continuativa. È la capacità di riconoscere le proprie lacune ed aree di miglioramento, attivandosi per acquisire e migliorare sempre più le proprie conoscenze e competenze.
  8. Conseguire obiettivi. È l’impegno, la capacità, la determinazione che si mette nel conseguire gli obiettivi assegnati e, se possibile, superarli.
  9. Gestire le informazioni. Abilità nell’acquisire, organizzare e riformulare efficacemente dati e conoscenze provenienti da fonti diverse, verso un obiettivo definito.
  10. Essere intraprendente/Spirito d’iniziativa. È la capacità di sviluppare idee e saperle organizzare in progetti per i quali si persegue la realizzazione, correndo anche rischi per riuscirci.
  11. Capacità comunicativa. È la capacità di trasmettere e condividere in modo chiaro e sintetico idee ed informazioni con tutti i propri interlocutori, di ascoltarli e di confrontarsi con loro efficacemente.
  12. Problem Solving. È un approccio al lavoro che, identificandone le priorità e le criticità, permette di individuare le possibili migliori soluzioni ai problemi.
  13. Team work. È la disponibilità a lavorare e collaborare con gli altri, avendo il desiderio di costruire relazioni positive tese al raggiungimento del compito assegnato.
  14. Leadership. È l’innata capacità di condurre, motivare e trascinare gli altri verso mete e obiettivi ambiziosi, creando consenso e fiducia.

Da questo elenco di caratteristiche sempre più richieste dalle aziende si può comprendere quanto grande può essere l’opportunità di trascorrere i propri anni di studio in una residenza universitaria. La convivenza tra gli studenti, mediata e accompagnata, contribuisce da un lato ad accrescere il senso di comunità (favorendo la crescita delle competenze di ambito relazionale), dall’altro a valorizzare le singole individualità, sviluppando la consapevolezza dei propri talenti, costantemente sollecitati e potenziati (favorendo le competenze personali). 

Vale pertanto la pena vivere al meglio la dimensione comunitaria, creando spazi di confronto, di studio condiviso e di amicizia, bene preziosissimo.